RE-infodemia Consultant Book - N.11

CONSULTANT BOOK

CASO STUDIO

PARETI CHE

RESPIRANO

UMANESIMO 5.0

IA SICURA

NEI PROCESSI

AZIENDALI

RE-infodemia

dell’ECOSISTEMA DIGITALE

UMANESIMO 5.0

DAI DATI ALLE DECISIONI

Tutti i diritti riservati. Il contenuto è di proprietà esclusiva ed è vietata qualsiasi forma di utilizzo, riproduzione, distribuzione o

modifica, totale o parziale, senza il preventivo consenso scritto.

I singoli articoli sono disponibili sul sito www.tandc.it.

N.11

Anno I

Novembre

2025

TandC

UMANESIMO 5.0

STRESS LAVORO

ERP DEMATERIAL

ECOSISTEMA DIGITALE

IL VALORE DELLE CONNESSIONI

UMANESIMO 5.0

ERP Dematerial è una piattaforma progettata per ottimizzare i flussi di lavoro attraverso un vero

e proprio ecosistema digitale. Il nostro obiettivo è quello di facilitare la collaborazione e le con­

nessioni tra professionisti attraverso il supporto nella gestione di documenti, pratiche e progetti.

All’interno della piattaforma, vengono utilizzati modelli e prodotti informatici che integrano l’uti­

lizzo di tecnologie all’avanguardia come l’Intelligenza Artificiale e il Machine Learning, alle quali

viene affiancato l’intelletto umano e la sua capacità di analizzare i dati e di trasformarli in soluzio­

ni concrete e applicabili.

Ogni componente di questo sistema lavora in modo sinergico per permettere alle aziende di otti­

mizzare i propri processi e di diventare più efficienti e competitive. Infatti, la forza dell’ecosistema

digitale si trova proprio nell’unione tra intelletto umano e innovazione tecnologica, due fattori che

si incontrano per dare forma al futuro, ponendosi non come elementi opposti ma complementari.

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NELL’ECOSISTEMA DIGITALE, ESPLORA COME

ENTRARE A FAR PARTE DELLA NOSTRA RETE

L’ECOSISTEMA DIGITALE:

IL TALENTO DELLE PERSONE

Il tema dell’editoriale di questo mese è dedicato al

talento delle persone. La lettura di un articolo di re­

cente pubblicazione, riguardante uno dei colossi più

importanti del settore informatico, mi ha colpito pro­

fondamente. Quel paradosso mi ha spinto a riflettere su

come sia essenziale costruire un ecosistema digitale

capace di far crescere le persone in un ambiente real­

mente proattivo e favorevole.

Negli ultimi mesi, infatti, il dibattito internazionale sul

lavoro tech ha riportato al centro una contraddizione

evidente: aziende nate per innovare rischiano di rallen­

tare proprio a causa di meccanismi creati per protegge­

re il loro capitale più importante, cioè le persone.

La questione non riguarda solo i vincoli contrattuali,

come i patti di non concorrenza, ma un interrogativo più

profondo: che ruolo ha il talento in un’organizzazione? E

quali condizioni ne favoriscono davvero l’espressione?

Oltre il contratto c’è la persona

Le norme definiscono diritti, doveri e tutele. Ma la mo­

tivazione, la possibilità di crescere e il clima in cui si

lavora non si possono imporre: si costruiscono. Quan­

do un’organizzazione considera il talento un rischio da

contenere, invece che una risorsa da sviluppare, pro­

duce inevitabilmente frustrazione, stagnazione e per­

dita di valore. Il “lato umano” rimane troppo spesso il

punto cieco del sistema.

Talento e tutela: un equilibrio da ricostruire

Strumenti come i patti di non concorrenza hanno una

loro logica se utilizzati in modo selettivo e proporzio­

nato, soprattutto in settori sensibili.

Ma devono essere accompagnati da politiche che met­

tano al centro la persona:

welfare adeguato;

percorsi di sviluppo chiari;

clima organizzativo sano;

sistemi di valutazione trasparenti;

riconoscimento del merito;

Non è una questione ideologica, ma di produttività e

competitività. Le aziende che investono nel talento mi­

gliorano i risultati prima ancora dei processi.

Ecosistemi che generano valore, non élite

Un ecosistema digitale maturo non crea élite ristrette

né dipende da pochi “fuoriclasse”.

Il valore nasce quando:

i ruoli sono chiari;

le relazioni sono coerenti;

gli strumenti sono aggiornati;

la conoscenza è condivisa;

la collaborazione supera la competizione interna;

In questo modello il talento non è un’etichetta, ma un

potenziale da sviluppare.

Un potenziale presente in ogni persona disposta a cre­

scere con impegno e mentalità aperta.

Dal singolo al collettivo: la vera innovazione

Le organizzazioni che prosperano sono quelle capaci di:

imparare

adattarsi

coordinarsi

Passare da ruoli rigidi a competenze flessibili significa tra­

sformare ogni collaboratore in parte attiva del sistema, e

non in un ingranaggio isolato. La fiducia diventa una com­

petenza organizzativa, mentre la conoscenza si trasforma

in un capitale misurabile, aggiornabile e redistribuitile.

Una piattaforma per persone, non solo per processi

Abbiamo investito nello sviluppo di un ECOSISTEMA DIGI­

TALE costruito su questi principi:

collegare domande e offerte di competenze;

rendere trasparenti incarichi e responsabilità;

favorire la collaborazione nei progetti trasversali;

ridurre i “vuoti di capacità”;

creare percorsi realistici per chi vuole crescere;

L’obiettivo non è controllare le persone, ma abilitare oppor­

tunità. Non custodire il sapere, ma diffonderlo. Non compe­

tere verso l’interno, ma creare valore verso l’esterno.

Evitare di puntare sui soli “talenti eccezionali” significa evita­

re l’insorgere di élite ristrette, pregiudizi, competizioni inter­

ne ed egoismi che nel tempo generano effetti negativi.

Una visione inclusiva considera il talento come qualcosa da

sviluppare in tutti, favorendo sistemi di valutazione basati sul

merito. Crediamo nella crescita delle persone e nella trasfor­

mazione dei ruoli, perché il talento è l’insieme di capacità, im­

pegno e potenziale che si manifesta in un contesto dinamico.

Il vero valore duraturo nasce dalla capacità di imparare,

adattarsi e collaborare.

Il nostro ecosistema digitale è progettato per creare op­

portunità trasparenti, collegare competenze, definire ruoli

chiari e favorire responsabilità condivise, con un impatto

reale: ogni persona agisce sul sistema, non solo sul pro­

prio reparto. Il sapere diventa così un patrimonio colletti­

vo e non un privilegio per pochi.

Guardare a una prospettiva sistemica significa spostare il

baricentro dall’individuo al collettivo, rimuovere ostacoli

e creare connessioni.

Siamo stati abbastanza intelligenti da inventare l’intelli­

genza artificiale, ma dovremmo chiederci se siamo altret­

tanto saggi nel modo in cui scegliamo di utilizzarla.

Il senso ultimo:

rimettere la persona al centro della tecnologia

Abbiamo costruito sistemi potentissimi, ma continuiamo a

sottovalutare ciò che li rende possibili: le persone.

La tecnologia nasce dall’intelligenza collettiva e solo

un’organizzazione capace di riconoscerla può sostenere

il proprio futuro.

Il messaggio è semplice — e difficile da applicare: il talento

non è un costo né un rischio: è un investimento.

Un ecosistema digitale funziona solo se permette a ogni

persona di esprimerlo.

“Questo è il potere delle persone”.

SEMPRE AVANTI…

ANGELO MURACA

CEO e Founder

di Tecnologie e Consulenze SRLS

Consulente finanziario

Docente e formatore in ambito

dematerializzazione cartacea e firma digitale

Membro CTS della FIS

con delega alla finanza

COPERTINA

LA MUSICA CHE GUARISCE

di Andrea Pietrangeli, Scrittore, musicista creativo

MIO PADRE, TUO PADRE

di Carola Benedetto e Luciana Ciliento, Scrittrici

COLORE

di Elisa Furlani, Graphic Designer

STRESS DA LAVORO: IL COSTO NASCOSTO

di Maria Luisa Trinca, Biologa e Counselor relazionale

LA BIOFISICA AL SERVIZIO DEL WELFARE AZIENDALE

di Marco Mantarro

DAI DATI ALLE DECISIONI

di Simone Ferrari, Architetto-Project Manager CFA

FIDUCIA E CREDITO NEL LAVORO

di Maurizio Bottino, Consulente

LA FIDUCIA, UN ASSET STRATEGICO

di Sandro Rosiglioni, RH plus

IA SICURA NEI PROCESSI AZIENDALI

di Giovanni Pace, Cosmica Digital Marketing

IL POTERE DEL CREDERE

di Roberta Martinelli, Digital Marketing

FIDUCIA E RISULTATI: OLTRE IL CONTROLLO

di Roberto Felli, Consulente Strategico del Lavoro

FIDUCIA

di Barbara Lattanzi e Vittorio Balbi

INDICE

STRESS LAVORO: COME RIDURLO?

di Alessia Costarelli, Service&Design srl

IL SUSSURRO DELLA FIDUCIA

di Alessandra Cinque

TECNICO VETERINARIO: UNA FIGURA EMERGENTE

di Beatrice Airaldi

STORIE DI CRESCITA: IL VALORE DI UNA ACADEMY

di Sabrina Murgia

ECOSISTEMA DIGITALE

ECOSISTEMA DIGITALE

CONSULTANT BOOK

DELL’ECOSISTEMA DIGITALE

Anno I - N.11

Edizione Novembre 2025

RE-infodemia

UMANESIMO 5.0

UMANESIMO 5.0

HOW-TO?

come richiedere una social book dinner

PARETI CHE RESPIRANO: AIRLITE

Alessandro Chiappetta, CEO Diluculum Group

NASCE LA SOCIAL BOOK DINNER

Giuseppina Melino, Cosmica Digital Marketing

CASO STUDIO

CASO STUDIO

IL

IL

IL

Mio padre, tuo padre

Due uomini contro l’odio

del conflitto israeloaplestinese

Rami Elhanan è un israeliano che ha fatto tre guerre. Bassam

Aramin è un palestinese uscito di prigione. Sono due uomini

nati per odiarsi e combattersi. Invece, quando la vita li mette

alla prova con la pena più grande che un padre possa affronta­

re, l’uccisione delle figlie per parte aversa, scelgono di scende­

re dalla strada della vendetta già tracciata per loro e iniziano

una vita di riconciliazione e di pace. 

«Quanti figli dobbiamo ancora sacrificare alle sacre pietre di

Israele?» si chiede Bassam.

«Non finirà finché non parliamo» gli fa eco Rami.

Dopo essere scesi nella val­

le del dolore e della dispera­

zione, Rami e Bassam ade­

riscono al Partent’s Circle,

un’associazione che unisce

i famigliari israeliani e pale­

stinesi che hanno perso un

figlio per contro della con­

troparte e ai Combattenti per

la Pace, un’associazione di

ex soldati israeliani e di ex

Oggi Rami e Bassam si chiamano fratelli e girano il mondo rac­

contando che un’altra storia è possibile.

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ARTICOLO ON LINE

L’ECOSISTEMA

DIGITALE

Carola Benedetto

Luciana Ciliento

Scrittrici

Carola Benedetto è indologa

e regista. Luciana Ciliento è

traduttrice e interprete. 

Insieme

hanno

scritto

La terra non è mai spor­

ca (2018,

Add

Editore);

Storie per ragazze e ra­

gazzi che vogliono salvare

il mondo (DeA Planeta Ita­

lia, 2019); I viaggi di Mia.

Le meraviglie della Terra

(2022, Tre60), I viaggio di

Mia. Le meraviglie dell’ac­

qua (2022, Tre60); I ragaz­

zi del Fridays for Future

(2023, Einaudi EL). Autrici e

ospiti del programma Over­

land (Rai1).

NOVEMBRE 2025

militanti palestinesi che si

adopera per il disarmo e la

difesa dagli attacchi dei colo­

ni. I Combattenti per la pace

e Partent’s Circle sono due

realtà bi-nazionali che si im­

pegnano per il dialogo e por­

tano avanti la giustizia ripa­

rativa. La loro azione non si

è interrotta neanche dopo il 7

ottobre o l’assedio a Gaza.

UMANESIMO 5.0

«Come scrittrici abbiamo scelto di raccontare ai ragazzi la loro

storia perché un atto molto forte di fratellanza e di giustizia.

Siamo convinte che sia necessario far sapere ai ragazzi che an­

che in questo mondo che sembra rotolare verso la brutalità la

speranza esiste, è concreta. E qualcuno, come Rami e Bassam,

la abita. Per farlo abbiamo dato voce a Smadar e Abir, le loro

figlie uccise, la prima in un attentato in centro a Gerusalemme

nel 1997, e la seconda da un soldato israeliano che le ha spara­

to alla nuca, mentre rientrava a scuola.»

«Dal punto di vista narrativo, la nostra idea è stata fin da subi­

to rendere possibile quel dialogo che fra le due ragazze non è

mai potuto accadere nella realtà, mentre le loro famiglie ormai

sono diventate una sola, grande famiglia. Così, almeno nello spa­

zio narrativo, Abir e Smadar sono vicine, chiacchierano e ragio­

nano insieme del loro passato, di quello dei loro popoli ma anche

del presente e del futuro, in un dialogo che si fa denso e commo­

vente. Pagina dopo pagina, la voce di Abir e quella di Smadar si

alternano alla voce narrante ripercorrendo le vite dei loro padri

come a dire “se ci sono riusciti loro a parlarsi, se ci sono riusciti

loro a diventare fratelli, allora lo possono fare tutti”. 

Mi chiamo Smadar Elhanan. Il mio nome significa “fiore che si

schiude” e viene dalla Bibbia, dal Cantico deiCantici. L’hanno

scelto per me mio padre, Rami, e mia madre, Nurit, ma tutti mi

chiamano Smadari. Avevo tredici anni e con un po’ di fortuna, e

due settimane in più, ne avrei compiuti quattordici. Adesso può

sembrare un dettaglio irrilevante, ma non lo è. Volevo far scor­

rere veloci i giorni, come faceva il mio walkman con il nastro del­

le audiocassette, in modo che tutte le cose belle che mi aspet­

tavano arrivassero presto. Volevo uscire fino a tardi, guidare il

motorino, avere una storia d’amore “strappabudella”, diventare

una pianista, anzi no, una ballerina. Volevo essere grande.L’unica

cosa che non volevo proprio era fare il servizio militare.

Fra i due assassini passano

esattamente dieci anni ma

come dicono i due padri, la

mano che ha ucciso le loro fi­

glie è la medesima e si chia­

Il libro, edito da DeAgostini,

in un solo mese è già anda­

to in ristampa e sta racco­

gliendo grande interesse sia

da parte dei ragazzi che lo

Il mio nome è Abir Aramin.

Abir deriva dall’arabo anti­

co e significa qualcosa come

“profumo

di

fiore”.

Vedi,

Smadar? Anche il mio nome

è legato ai fiori, come il tuo.

TandC

ma “occupazione”, l’occupa­

zione israeliana dei territori

palestinesi,

in

particolare

della Striscia di Gaza e della

Cisgiordania.

leggono in classe sia da par­

te della società civile che si

adopera per organizzare pre­

sentazioni e momenti di con­

fronto. 

Avevo nove anni e quella

mattina volevo prepararmi

con calma. Mi sono svegliata

prima del solito. Non ho mai

avuto bisogno della sveglia,

perché era mamma Salwa

che mi dava il buongiorno

con un bacio. […] Nonostan­

te la fame, quella mattina

ho mangiato poco. Ed è una

cosa di cui mi pentirò per

l’eternità: non assaggerò più

l’hummus di mamma. Ma

quel giorno non potevo im­

maginarlo, e poi ero troppo

preoccupata per l’esame di

aritmetica. È vero che sono

brava in questa materia,

ed è anche vero che la mia

memoria trattiene un sacco

di informazioni. Chiedimi di

ripeterti una canzone o una

poesia che ho sentito una

sola volta: sono pronta! Ma

un esame è un esame e lo

stomaco mi si chiudeva ogni

volta. Sognavo di diventare

un’ingegnera e oltre ai nu­

meri mi piacevano le figure

geometriche, che disegnavo

anche sulle copertine dei

quaderni. 

Da Mio padre, tuo padre.

C. Benedetto, L. Ciliento

(2025, DeAgostini)

Tecnico veterinario:

una figura emergente

Avete mai pensato ad una figura lavorativa in grado di essere

di supporto al veterinario come l’infermiere è per il medico?

Quali mansioni può svolgere un Tecnico abilitato?

La società però nel corso dei secoli si è evoluta e ha iniziato

a considerare gli animali un valore aggiunto al nucleo familia­

re. Si pensi che alcuni studi recenti evidenziano come i nostri

compagni a quattro zampe siano effettivamente registrati dal

nostro cervello come membri del nucleo familiare.

Siamo sempre stati portati a

pensare che il veterinario sia

un anziano signore che cura i

grandi animali, ed in effetti in

passato la figura del veterina­

Contestualmente

a

questo

cambiamento anche la medici­

na ha avuto modo di respirare

e mutare, fino ad arrivare al

presente, momento storico in

cui, non solo il ruolo del ve­

terinario si è totalmente rivo­

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ARTICOLO ON LINE

L’ECOSISTEMA

DIGITALE

Beatrice Airaldi, classe 2001,

cresce guidata da una pro­

fonda empatia, uno sguardo

attento e una curiosità viva­

ce. Il teatro la conquista pre­

sto: si diploma all’Accademia

Mario Brusa di Torino, dove

impara a osservare il mondo

e le persone con sensibilità

artistica. Ma il suo percor­

so non si ferma qui. Mossa

dall’amore per gli animali, si

specializza come tecnico ve­

terinario con ABIVET, unen­

do così scienza e passione.

Oggi Beatrice è ponte tra

emozioni e competenze, tra

palcoscenico e clinica, sem­

pre pronta a scoprire nuove

storie e a prendersi cura di

chi le sta accanto.

NOVEMBRE 2025

Beatrice Airaldi

Tecnico Veterinario

rio nasce proprio per questa

ragione: nei tempi di guerra è

necessario più che mai cura­

re il benessere degli animali

protagonisti delle battaglie. 

luzionato, ma anzi si è capito

che i veterinari possono esse­

re affiancati da professionisti

formati a dovere che sanno

esattamente come agire in

ogni possibile situazione per

essere di supporto al medico.

UMANESIMO 5.0

La professione del Tecnico viene definita in inglese come “Vet

Nurse” il corrispettivo italiano potrebbe essere tradotto con

“infermiere veterinario” proprio come nell’ambito umano l’in­

fermiere è colui che si interfaccia con il paziente e svolge tutte

quelle mansioni che il medico può delegare , così fa il veterina­

rio con il tecnico: gestire la segreteria, registrare le dimissioni,

fare il triage, eseguire test di laboratorio, somministrare le te­

rapie prescritte dal veterinario, seguire le degenze e avere un

aiuto durante le chirurgie.

Nel Regno Unito, inoltre, i Tecnici sono formati sia per eseguire

la detartrasi che per gestire in autonomia l’anestesia sommini­

strata ai pazienti.

La somma di queste conoscenze permette al tecnico di com­

prendere le patologie, il decorso, la cura per trattarle e il fun­

zionamento biochimico del paziente. Inoltre, grazie alle ore

di tirocinio obbligatorie il Tecnico in erba ha la capacità sia di

prendere dimestichezza con la strumentazione medica e il suo

utilizzo, sia sviluppare un linguaggio tecnico adeguato al conte­

sto: in sala operatoria si richiede una conoscenza dell’attrezza­

tura mentre in diagnostica per immagini la terminologia è dif­

ferente ma universale.

Siete curiosi di sapere come

un tecnico veterinario si for­

mi nel suo percorso di stu­

di? Partiamo con una pre­

messa: esistono numerosi

corsi di formazione ma i più

accreditati rilasciano qualifi­

che internazionali spendibili

in tutta Europa, Regno Uni­

to incluso. Inoltre, in Italia,

da un anno a questa parte ci

sono anche delle università

con durata triennale che rila­

sciano un titolo di laurea alla

fine del percorso. Le materie

imprescindibili per qualsia­

si corso di studi però sono:

TandC

Anatomia e Fisiologia 1 e 2,

Biologia, Zootecnia, Zoologia,

Legislazione e deontologia

professionale, Practice Ma­

nagement e procedure di se­

greteria, Zoognostica ed Eto­

gramma, Chimica, Biochimica

e Chimica clinica, Procedure

infermieristiche di base , ani­

mali esotici, Patologia gene­

rale, Patologia medica, ma­

lattie infettive e parassitarie,

Farmacologia, Alimentazione

e nutrizione e per ultime ma

sicuramente non per impor­

tanza procedure infermieri­

stiche avanzate e Inglese.

PER CONCLUDERE, IL TECNICO VETERINARIO

È COLUI CHE FA DA PONTE SIA TRA IL PAZIENTE

E IL VETERINARIO CHE TRA IL PAZIENTE E IL PROPRIETARIO

QUANDO L’ANIMALE PUÒ ESSERE DIMESSO.

Colore

Le opposizioni sono spesso

relative al fatto che un co­

lore piace ed un altro no, il

colore del brand sia sempre

stato quello e quindi non va

cambiato e chi più né ha più

ne metta. Ma procediamo con

ordine. Innanzitutto partiamo

dal presupposto che ogni Pa­

ese ha una sensibilità diver­

Da sempre il colore ha giocato un ruolo chiave nella comunica­

zione, che si trattasse di pubblicità o di moda, fino alla produ­

zione i testi per la formazione. Ogni colore porta con sé signi­

ficati e valori ben precisi, ma soprattutto può essere utilizzato

con maestria come gancio per catturare sin da subito l’atten­

zione del target di riferimento. Spesso, tuttavia, quando un de­

signer si rapporta con un cliente, si ritrova a fare i conti con

richieste che esulano dai canoni che andrebbero rispettati.

sa rispetto ai colori. Se per

esempio diamo per assoda­

to che in Italia il blu è legato

all’eleganza e al business,

dovremo fare una ricerca più

approfondita qualora ci inter­

facciassimo su mercati orien­

tali, dove magari lo stesso

colore è associato alla spiri­

tualità e alla morte.

ARTICOLO ON LINE

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L’ECOSISTEMA

DIGITALE

Elisa Furlani

Graphic Designer

Art Director

Classe 1986, disegno da

che ho memoria. Il mio in­

teresse per la grafica e la

comunicazione è capitato

quasi per caso fino a farmi

innamorare durante gli anni

dell’università. Dopo la for­

mazione accademica non

mi sono mai fermata e ho

continuato ad approfondire

argomenti che spaziano dai

social alla ux design, dalla

seo all’AI. Oggi mi occupo di

grafica e comunicazione per

una grande realtà nell’am­

bito delle assicurazioni.

NOVEMBRE 2025

“Il logo deve rimanere così com’è, i colori nel caso li cambia­

mo”. Ho perso il conto di quante volte mi sono sentita dire

questa frase. Ogni volta devo spiegare che un’operazione di

branding è fatta di un insieme di fattori che non possono esu­

lare dalla palette, ed il colore è parte integrante dell’insieme.

Il colore che si sceglie racconta una storia, una visione, una

mission, ancora prima di qualunque spiegazione all’interno di

un sito o una bio di instagram. Ed è per questo scegliere con

coscienza e criterio quella che accompagnerà il nostro design,

senza soffermarci sul semplice gusto personale.

Detto ciò, individuato il mer­

cato di riferimento, dovremo

capire che ogni colore non

ha vita propria ma necessa­

riamente costruirà attorno a

sé una palette. La credibilità

di un marchio ruota anche at­

torno a queste caratteristiche

che l’utente fa proprie senza

Cercate in lingua inglese;

guardate attività che possono

assomigliare alla vostra sotto

qualche aspetto e iniziate a ti­

rare le fila. Fatto ciò il colore

primario sarà possibilmente

in una scala di quella cromia,

possibilmente senza aumen­

tare troppo la luminanza o

la saturazione. Per creare il

resto della palette le strade

Tutto questo processo può

essere utilizzato per ogni ge­

nere di design. Dall’editoria

o alla web app. Ciò che conta

è mantenere sempre il focus

su chi siamo e come voglia­

mo presentarci nel mondo

attraverso il nostro prodot­

Per creare una buona palette di colori è importante, per l’ap­

punto, sapere di che cosa si occupa l’azienda e qual è il colore

a cui, per percepito in un Paese si determina quella tipologia di

business. Per farlo potete cercare sul web; cercare esempi au­

torevoli di grandi marchi e se, come credono in molti “non c’è

nulla di simile in giro”, ricredetevi, probailmente c’è eccome.

In Ogni caso le verifiche finali da fare dovranno essere fatte

dall’essere umano. I colori sono armoniosi? Chiedete a qual­

cuno che non sa nulla del vostro business qual è la prima cosa

che gli viene in mente guardando quella palette o quel logo.

Ultimo ma non per importanza, ricordatevi l’accessibilità: ogni

colore deve avere contrasti leggibili. Possono venire in vostro

aiuto diversi strumenti, da Wave per i siti web a power point

per la verifica dell’accessibilità dei documenti; ma un double

check sarà sempre necessario.

TandC

UMANESIMO 5.0

accorgersene. L’acquirente si

accorgerà subito se un mar­

chio risulta poco consistente,

non ne capisce le motivazio­

ni ma qualcosa “non torna”.

Font e colori determinano il

design di un elemento che

stabilisce subito il confine tra

livello buono e mediocre.

sono molteplici: In primis cre­

are una moodboard grazie a

parole chiave legate al brand

per estrapolare dei colori affi­

ni. Una seconda opzione è l’u­

tilizzo del tool online Coolors

per cercare colori in armo­

nia tra loro. La terza opzio­

ne è l’utilizzo dell’AI con un

prompt apposito che richieda

una palette ispirazionale.

to. Se con il logo possiamo

raccontare di noi e di ciò che

facciamo (payoff) attraver­

so il colore abbiamo modo di

esprimerci con tutta la nostra

professionalità e la nostra

forza. Sta a noi capirne l’im­

portanza.

IA sicura nei

processi aziendali

Un ambito normato è un am­

biente operativo definito da

norme e regolamenti che

stabiliscono

come

devono

essere gestiti dati, proces­

si e responsabilità. Quando

un’azienda opera in questi

Negli ambienti normati l’adozione dell’IA richiede un approccio

strutturato e consapevole. Qui ogni informazione trattata, so­

prattutto se riconducibile a una persona fisica, è soggetta a re­

gole precise: dal GDPR ai regolamenti di settore, fino alle policy

interne. È un contesto in cui ogni passaggio deve essere docu­

mentato, verificabile e tracciabile.

contesti, come nel settore sa­

nitario, nell’energia, nella PA,

nelle utility o nei servizi stra­

tegici, l’utilizzo dell’IA non è

semplicemente un’opportuni­

tà tecnologica, ma un tema di

compliance.

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L’ECOSISTEMA

DIGITALE

Giovanni Pace

Software Architect & ICT Trainer

Automazione, Data Governance,

Trasformazione Digitale

Sono un ingegnere informa­

tico che da anni supporta

aziende e pubbliche ammi­

nistrazioni nella trasforma­

zione digitale, nell’adozione

di tecnologie emergenti e

nella definizione di strate­

gie per la gestione dei dati.

Mi occupo di processi, for­

mazione ICT e integrazione

di soluzioni basate su IA e

automazione, sempre con

grande attenzione alla si­

curezza, alla governance e

alla conformità normativa.

NOVEMBRE 2025

L’introduzione dell’intelligenza artificiale nei processi azien­

dali è sempre più frequente, ma quando si opera in un ambito

normato la questione diventa molto più delicata. Qui non basta

adottare uno strumento innovativo: bisogna farlo in modo con­

forme, responsabile e verificabile.

Un ambito normato è un contesto in cui processi, dati e servizi

sono regolati da leggi e standard precisi. Sanità, energia, pub­

blica amministrazione, finance, utilities e servizi ai cittadini

rispondono a regole stringenti sul trattamento dei dati, e l’IA

deve integrarsi rispettandole.

In questo articolo condivido una visione concreta per imprese

e decision maker che vogliono comprendere come usare l’IA

senza esporre la propria organizzazione a rischi.

TandC

UMANESIMO 5.0

Il primo concetto che deve

essere chiaro a chi valuta l’IA

è che un modello (il meccani­

smo che analizza ed elabora

il linguaggio con cui comuni­

chiamo), per funzionare, ela­

bora dati. Non importa quan­

Un altro elemento centrale è

la gestione del rischio algorit­

mico: i modelli possono gene­

rare errori, bias o risultati non

Nessun percorso può essere

completo senza formazione:

non serve programmare, ma

comprendere rischi, limiti e

responsabilità. A conferma

di ciò aziende come Micro­

soft continuano ad integra­

re all’interno di piattaforme

come Office Business delle

IA sempre più complesse

Attenzione particolare va posta ai servizi cloud: molti stru­

menti inviano dati all’esterno. È necessario assicurarsi che i

fornitori rispettino standard elevati e non riutilizzino le infor­

mazioni. Per realtà più sensibili esistono soluzioni on‑premise

o self‑hosted. Non a caso sempre più aziende adottano tecno­

logie chiamate di Edge Computing, che spostano l’analisi e l’e­

laborazione all’interno del perimetro aziendale, tra le mura, i

network e gli specialisti del proprio settore IT.

Documentare significa definire e descrivere: quali dati vengono

raccolti, come vengono trattati, quali misure tecniche proteg­

gono il processo e quali responsabilità sono coinvolte. Senza

documentazione solida, qualsiasi utilizzo dell’IA diventa diffici­

le da controllare.

Il GDPR rappresenta una guida: minimizzazione, limitazione

delle finalità, conservazione controllata, pseudonimizzazione e

valutazioni d’impatto sono elementi essenziali per un’adozione

trasparente. Questi elementi non rallentano l’innovazione, anzi

la rendono più sicura.

L’obiettivo finale non è portare semplicemente l’IA in azien­

da, ma creare un ecosistema in cui innovazione, sicurezza e

compliance convivano. Quando governance e tracciabilità ac­

compagnano la tecnologia, l’IA diventa un acceleratore straor­

dinario: migliora l’efficienza, aumenta la qualità del dato e per­

mette decisioni più consapevoli.

to avanzata sia la tecnologia:

ciò che conta è cosa succede

ai dati durante l’elaborazio­

ne. Dove vengono inviati?

Chi li controlla? Potrebbe­

ro essere salvati all’esterno

dell’azienda?

verificabili. Per questo si parla

di IA affidabile: un insieme di

procedure che mantengono il

controllo umano e operativo.

che spaziano dall’interpreta­

zione autonoma del linguag­

gio (con LLM) ed “agenti”

decisionali ed interattivi per

automatizzare compiti ripeti­

tivi. La cultura del dato è la

vera base per la trasforma­

zione solida di una cultura

aziendale solida orientata

all’efficienza.

Stress lavoro: come ridurlo?

La nuova proposta di ACKSD®

Nel 2025, il 31% dei lavoratori italiani si sente sempre o spes­

so stanco fin dal mattino all’idea di affrontare un altro giorno

di lavoro; il 31% è emotivamente esaurito a causa del proprio

impiego, il 28% vive uno stato di stress o ansia eccessiva. Tra

i giovani dipendenti, il 47,7% ha sperimentato sensazioni di

esaurimento, distacco e estraneità dal lavoro, e 3 milioni sof­

frono della cosiddetta sindrome da corridoio, che combina ansia

e stress legati a lavoro e vita personale. L’83,4% considera pri­

oritaria la promozione del benessere olistico, condivisa anche

da dirigenti, impiegati e operai. Nonostante questa esigenza, la

realtà aziendale spesso fatica a tradurla in politiche concrete.

Il Comitato Tecnico Scientifico ACKSD® propone un progetto in­

novativo che introduce nuove tecnologie collegate ai campi ma­

gnetici complessi.

del Codice Civile obbliga

l’imprenditore a tutelare l’in­

tegrità fisica e morale dei la­

voratori. La direttiva europea

89/391 CEE e il d.lgs. 81/08

hanno reso obbligatoria la

prevenzione dei rischi, inclu­

so lo stress lavoro-correlato.

Tuttavia, gli strumenti attuali

non sempre producono risul­

tati concreti: lo stress conti­

nua a crescere, con impatti

sociali ed economici rilevanti.

Secondo uno studio della

Randstad Professional Le­

aders Search & Selection e

dell’Alta Scuola in Psicolo­

gia Agostino Gemelli (Asag),

7 italiani su 10 chiedono alle

aziende di prendersi cura

del loro benessere mentale,

e l’86% desidera formazione

dedicata. La Costituzione ita­

liana (artt. 32, 35, 41) ricono­

sce la salute come diritto fon­

damentale, mentre l’art. 2087

NOVEMBRE 2025

ARTICOLO ON LINE

L’ECOSISTEMA

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Alessia

Costarelli

Ceo e Founder di ACK

Service&Design srl

Nata a Foligno il 1° settem­

bre 1984, inizio a studiare

danza a sei anni, disciplina

che mi accompagna ben

oltre il conseguimento di

due lauree in Architettura,

culminate in una tesi speri­

mentale a Dakar. La curio­

sità per il legame tra luogo,

persone, comportamenti ed

emozioni mi ha spinto a fon­

dare ACK Service & Design,

una start-up innovativa che

promuove nuovi modelli

culturali aziendali per mi­

gliorare la qualità della vita.

Membro del Comitato Tecnico

Scientifico della Federazione

Innovazione e Sostenibiltà (FIS)

®

PROBLEMA

Il datore di lavoro dispone di

strumenti obbligatori e vo­

lontari per ridurre lo stress

psico-fisico, tra cui la Valu­

tazione del Rischio Stress

Lavoro-Correlato, il Modulo

Inail, la formazione ai mana­

ger, la promozione della cul­

tura d’impresa e programmi

di assistenza psicologica. Se­

condo i lavoratori, interventi

concreti includono: miglior

rapporto tra colleghi e supe­

riori (96%), bilanciamento vi­

ta-lavoro (92,2%), flessibilità

oraria (91,6%), sentirsi va­

lorizzati (87,6%), smart wor­

king (64,1%), supporto a

meditazione o yoga e con­

sulenza psicologica (63,5%),

meditazione

per

gestire

stress (38,2%), più tempo

libero (89,4%), tempo con

amici e paArenti (86,2%), at­

tività fisica (78,9%), culturali

(73,9%) e riposo (79%).

UMANESIMO 5.0

TandC

Pertanto, si propone l’introduzione di una soluzione innovativa

basata su campi magnetici complessi, da applicare in azienda

e a domicilio, previa informazione e formazione. La tecnolo­

gia agisce sul sistema nervoso, muscolare e sull’infiammazio­

ne, migliorando sonno, riducendo dolori, ansia e depressione

e intervenendo sull’equilibrio biochimico del cervello. Questa

iniziativa si inquadra come benessere organizzativo e non so­

stituisce le misure obbligatorie previste dal D.Lgs. 81/08, che

rimangono a carico del datore di lavoro.

La prevenzione dello stress lavoro-correlato non è solo un ob­

bligo normativo, ma un investimento strategico per la compe­

titività aziendale. Il Comitato Tecnico Scientifico ACKSD® pro­

pone un approccio integrato: politiche di welfare, interventi

pratici e nuove tecnologie come i campi magnetici complessi,

mirati al rilassamento e al benessere psico-fisico. Garantire la

salute dei dipendenti migliora il clima aziendale, la produttività

e riduce i costi legati a malattie, assenze e turnover. Con que­

sta iniziativa, il benessere diventa un driver concreto di svilup­

po, trasformando l’attenzione ai lavoratori in un valore condi­

viso che favorisce risultati duraturi per tutti gli attori coinvolti.

I vantaggi concreti compren­

dono il miglioramento del

benessere psico-fisico dei di­

pendenti e il rafforzamento

della performance aziendale,

trasformando il benessere da

costo a investimento strate­

IL COMITATO TECNICO SCIENTIFICO ACKSD®,

OSSERVANDO IL SENTIMENTO DEI DIPENDENTI E COERENTE

CON I DATI GLOBALI, PROPONE INTERVENTI CONCRETI

PER FAVORIRE IL CAMBIAMENTO.

NON BASTA RACCOGLIERE DATI E APPLICARE NORME:

LO STRESS CRESCE E IMPATTA L’INTERA ORGANIZZAZIONE.

gico. La conciliazione tra in­

teresse del dipendente e del

datore di lavoro è la chiave

del successo dell’intera orga­

nizzazione, rendendo l’azione

preventiva un elemento cen­

trale della cultura aziendale.

SOLUZIONE

La biofisica al servizio

del welfare aziendale

Il welfare aziendale è l’insieme di beni e servizi offerti dalle

aziende ai dipendenti per migliorarne il benessere, la qualità

della vita e il rapporto tra lavoro e vita privata, al di fuori della

retribuzione base. Queste iniziative includono benefit come buo­

ni pasto, assicurazioni sanitarie, flessibilità lavorativa e suppor­

to per la famiglia, e si affiancano al “welfare state” pubblico.

Questa definizione deriva dal

fatto che negli anni il ruolo

dei lavoratori all’interno del­

le organizzazioni è notevol­

mente cambiato diventando

sempre più centrale. Seb­

bene si siano susseguiti nel

Uno dei riferimenti più noti per quanto riguarda le aziende ita­

liane è sicuramente Adriano Olivetti, il quale, da vero pioniere

del welfare aziendale moderno, promosse un approccio olisti­

co che considerava la fabbrica parte della comunità. La sua

azienda offriva assistenza sanitaria, asili nido, colonie estive,

trasporti e incoraggiava la partecipazione dei lavoratori at­

traverso comitati di gestione. Molti altri imprenditori italiani

hanno seguito il suo esempio e creato organizzazioni sempre

più proficue e produttive attraverso la soddisfazione dei pro­

pri collaboratori.

tempo diversi riferimenti ed

esempi nella costituzione ed

applicazione di una politica

di Welfare nelle aziende, non

esiste di fatto un invento­

re della politica del Welfare

Aziendale.

ARTICOLO ON LINE

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Marco

Mantarro

Marco Mantarro nasce a

Genova il 25 aprile 1961.

Dopo il diploma in Teleco­

municazioni,

intraprende

gli studi in Ingegneria Elet­

tronica senza completarli.

Lavora in una piccola realtà

genovese nella formazione

e, a 24 anni, entra in una

multinazionale tedesca del

settore biomedicale. Prose­

gue in una compagnia sta­

tunitense e, nel 2007, fonda

MFI Srl, con cui sviluppa un

dispositivo medico innova­

tivo, unico al mondo nella

terapia del dolore e nella

Medicina Rigenerativa.

NOVEMBRE 2025

L’ECOSISTEMA

DIGITALE

Vedi articolo:

https://re-infodemia.

tandc.it/n2/page/6

La definizione, “un lavorato­

re contento produce di più”,

in tutte le sue declinazioni,

è sicuramente una frase en­

trata ormai a far parte del

comune lessico del mondo

del lavoro. In effetti questo

corrisponde a verità e, so­

prattutto negli ultimi anni, la

felicità di un lavoratore non è

data solo dal mero compen­

so che riceve per la sua pre­

stazione professionale. Molti

Uno degli aspetti che sta

emergendo in maniera sem­

pre più marcata negli ultimi

anni è la considerazione del

datore di lavoro nei confronti

dello stato di salute dei pro­

pri collaboratori. In questo

preciso contesto si inserisce

In questo contesto di continua evoluzione, un’organizzazione

che tiene in maniera particolare alla salute dei propri colla­

boratori, rappresenta sicuramente un ulteriore passo avanti

nell’interpretazione di quelli che sono i nuovi bisogni e le nuo­

ve esigenze da parte del lavoratore.

In questo contesto potremmo inserire il concetto della “re­

sponsabilità sociale d’impresa” che, oltre ad un comportamen­

to etico e trasparente verso l’esterno, tiene conto in maniera

particolare di quello che sono le azioni anche nei confronti

dell’interno dell’organizzazione e quindi nel trattamento dei

propri collaboratori sotto tutti i punti di vista.

Il nuovo concetto di “Recovery Room”, come ambiente dove il collaboratore può effettuare diversi

trattamenti allo scopo di mantenere il proprio organismo in equilibrio e contrastare quello che ad

esempio può essere uno stato di particolare stress dovuto alla propria attività lavorativa, piutto­

sto che mantenere inalterato il proprio stato energetico o ancora, contrastare ad esempio i disagi

temporanei che uno stato psicofisico naturale può portare, è sicuramente da considerarsi un gran­

de passo avanti verso quella che potremmo considerare la vera responsabilità sociale d’impresa.

studi, fatto salvo un aspetto

retributivo coerente, identifi­

cano nell’ambiente di lavoro,

nei rapporti con i colleghi, nel

rapporto con i propri respon­

sabili, unitamente alla consi­

derazione generale che il la­

voratore percepisce da parte

dell’organizzazione, i fattori

fondamentali che determina­

no la propria soddisfazione di

far parte di quell’organizza­

zione o meno.

perfettamente

quello

che

può essere il beneficio che la

biofisica può introdurre nelle

moderne realtà aziendali che

abbiano la volontà di mante­

nere in equilibrio lo stato di

salute della propria organiz­

zazione.

UMANESIMO 5.0

TandC

Stress da lavoro:

il costo nascosto

Nel contemporaneo mondo del lavoro, lo stress non può più

essere considerato un semplice disturbo passeggero, ma deve

essere riconosciuto come una realtà biologica, psicologica e so­

ciale che necessita di attenzione. Un fenomeno che ha ricadu­

te importanti e che richiede una responsabilità condivisa: delle

aziende, dei lavoratori, delle istituzioni e dell’intera collettività.

A livello organico questo comporta che le cellule passano da

uno stato di crescita, che garantisce la riparazione e la rigene­

razione dei tessuti, a uno stato di protezione, in cui l’organismo

risparmia risorse, dove possibile, per metterle a disposizione

degli organi impegnati nel fronteggiare la condizione di stress.

Un’ altra delle conseguenze più importanti è un aumento del

flusso sanguigno verso le aree del cervello coinvolte nella re­

azione da stress, contestuale a una diminuzione di afflusso di

sangue nella regione della corteccia frontale in cui risiedono i

centri nervosi della consapevolezza.

Quando ci si trova in ambienti

in cui le richieste sovrastano

le risorse personali, che siano

fisiche, cognitive o emotive,

l’organismo risponde con una

reazione fisiologica, comune

a tutti i mammiferi, che com­

porta l’attivazione dell’asse

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ARTICOLO ON LINE

L’ECOSISTEMA

DIGITALE

Trinca

Maria Luisa

Nata a Roma il 14 aprile

1961. Dopo una laurea in

Scienze Biologiche e un di­

ploma in counseling con

indirizzo gestaltico rela­

zionale, ho scoperto come

la biologia si integri con la

personalità in una visione

olistica dell’individuo. L’epi­

genetica e le neuroscienze

hanno unito le mie passioni.

Il legame tra corpo e mente

è legato alla percezione alla

consapevolezza del sé, fino

alla valutazione delle pro­

prie risorse e capacità. Oggi

mi occupo di sicurezza sul

lavoro, concentrandomi sui

rischi psicosociali correlati

allo stress.

Membro del Comitato Tecnico

Scientifico della Federazione

Innovazione e Sostenibiltà (FIS)

®

NOVEMBRE 2025

ipotalamoipofisisurrene e la

produzione di ormoni come

il cortisolo e l’adrenalina da

parte delle ghiandole sur­

renali. La funzione di questi

ormoni è quella di mettere il

corpo nella condizione di rea­

gire al potenziale pericolo.

For the first time, a European

report puts a price on stress

at work. April 30-2025

https://www.etui.org/news/

first-time-european-re­

port-puts-price-stress-wor­

k?utm_source=chatgpt.com

https://re-infodemia.tandc.it/

n2/page/10

La maggior parte dei mammiferi affronta stress temporanei,

modificando la fisiologia per far fronte a minacce, e ritorna alla

normalità se sopravvive.

Negli esseri umani, invece, i momenti di stress sono spesso pro­

lungati o continui, soprattutto a seguito di problematiche lavora­

tive che possono sommarsi a condizioni di vita già disagiate.

Nonostante la reazione biologica allo stress sia una risposta ar­

caica, mantenutasi evidentemente per necessari scopi di prote­

zione a salvaguardia della vita, il corpo umano, per quanto si

sia evoluto, non è in grado di sostenere, per lunghi periodi, que­

sto tipo di pressione psicofisica e paga, oggi più che mai, per

questo tipo di adattamento, un prezzo molto caro.

In Italia, i lavoratori che dichiarano di aver subito condizioni di

stresslavoro correlate, riportano tassi significativamente più ele­

vati di problemi di salute rispetto a chi non le dichiara (Psycho­

logical Health Risks for Workers in Italy, 2011 - https://journals.

openedition.org/eps/4361).

In un individuo stressato di­

minuiscono le capacità di ra­

gionamento, di attenzione e

di concentrazione, con conse­

guente calo del rendimento e

dell’autostima e aumento di

reazioni emotive quali ansia,

irritabilità, senso di inade­

guatezza, ecc. Inoltre trovar­

si in uno stato di protezione

può significare mettere in atto

Dal punto di vista aziendale

le conseguenze diventano vi­

sibili e pesanti. Una massa di

lavoratori stressati ha un im­

patto diretto su produttività,

efficienza, qualità del servizio,

immagine pubblica, ecc.

Una stima europea rileva che

la depressione e gli effetti la­

vorativi psicosociali costano

alle società europee più di

100 miliardi di euro all’anno

(For the first time, a European

A livello economico tale situa­

zione rappresenta un onere

non solo per le aziende, ma

anche per l’intera collettività,

come spesa sanitaria, welfa­

re, costi sociali, ecc. Questo

significa che lo stress sul la­

voro è un problema trasver­

sale che direttamente o indi­

TandC

comportamenti di chiusura

e di evitamento verso nuove

esperienze. Può significare

il ricorso a strategie di sup­

porto come l’uso di sostanze

stupefacenti, di alcol o di far­

maci o lo sviluppo di distur­

bi alimentari. In conclusione

uno sprofondamento in stati

di abbandono, di dipendenza

e di depressione.

report puts a price on stress

at work - European Trade

Union Institute, 2025). Il nu­

mero di decessi legati allo

stress sul lavoro, in Europa,

si aggira intorno alle dieci­

mila unità l’anno, fra malattie

cardiache e suicidi connessi

al lavoro (Europe: Workplace

stress epidemic killing 10,000

people a year - International

Federation

of

Journalists,

2025).

rettamente ci riguarda tutti.

La sfida inderogabile diventa

allora trasformare ambienti

di lavoro inadeguati in mo­

delli di eccellenza, in cui le ri­

chieste siano sostenibili, il so­

stegno concreto, il significato

del lavoro chiaro e rispettoso

del limite umano.

UMANESIMO 5.0

Fiducia e credito

nel lavoro

Nelle reti professionali que­

sto meccanismo si vede be­

nissimo. La sinergia tra per­

sone non nasce per magia:

si sviluppa quando qualcuno

decide di rischiare un po’ e

fare un passo verso l’altro.

In certi contesti lavorativi sembra quasi un gioco di rimandi.

A volte ti fidi perché hai visto coerenza, altre volte dai credito

per necessità – un nuovo collega, un consulente, un partner – e

la fiducia la costruisci passo dopo passo, osservando come si

muove nelle situazioni difficili.

Non c’è empowerment se

manca quella base minima

di fiducia che ti permette di

delegare, confrontarti, anche

discutere senza trasformare

ogni divergenza in un con­

flitto.

ARTICOLO ON LINE

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L’ECOSISTEMA

DIGITALE

Maurizio Bottino

Consulente

Libero

professionista

a

Roma, svolge counseling

psicologico e psicoterapia

individuale e di gruppo.

Conduce seminari e gruppi

di comunicazione per la cre­

scita personale e la consa­

pevolezza. Ha organizzato

centri di ascolto e interven­

ti nelle scuole, ideatore del

portale Psyeventi. Colla­

bora con Puntopiù sas per

consulenze su brand e vi­

sibilità online, supportando

professionisti e associazioni

nella progettazione e realiz­

zazione di eventi.

NOVEMBRE 2025

La fiducia non è un sentimento: è un atto silenzioso, una deci­

sione che si rinnova ogni volta che l’altro dà valore al credito

che gli abbiamo affidato. Spesso la consideriamo un concetto

astratto, ma in realtà è estremamente pratica. Curioso che

“fiducia” venga da “fidere”, affidarsi, mentre “credere” deriva

da “dare credito”: due mondi che nella vita professionale si in­

trecciano di continuo. La domanda è semplice solo in apparen­

za: arriva prima la fiducia o il credito che decidiamo di conce­

dere a qualcuno?

Membro del Comitato Tecnico

Scientifico della Federazione

Innovazione e Sostenibiltà (FIS)

®